Il termine “non-profit” è largamente usato in economia, in sociologia (la scienza che se ne occupa maggiormente) ed in altri ambiti. Ma non c’è una definizione univoca. Ci sono però altri requisiti largamente condivisi a livello internazionale. Una definizione generale è quella dell’Onu: gli enti non- profit sono “enti giuridici o sociali”, creati allo scopo di produrre beni o servizi, il cui status non permette di essere fonte di reddito, profitto o altro guadagno per le unità che le costituiscono, controllano o finanziano”.
Nel caso dell’Italia non ci sono mai state forme giuridiche né tassative, né esclusive degli enti non -profit. Essi riuniscono persone accumunate da uno scopo comune di natura ideale. Sono organizzazioni che operano senza scopo di lucro, cioè profitto e si caratterizzano per avere come obiettivo il bene comune.
A questi enti lo stato riconosce personalità giuridica, cosa che gli permette di separare il patrimonio dell’ ente da quello degli amministratori.
L’utile ricavato non viene mai distribuito tra i membri ma va ad incrementare il patrimonio comune da utilizzare in altre operazioni. Tutte le organizzazioni non-profit perseguono fini altruistici.
Ogni associazione si propone il proprio obiettivo, fermo restando il punto principale che è la mancanza di uno scopo di lucro.
Oggi viviamo in una società sempre più complessa e veloce, fatta di grandi cambiamenti ed esigenze comunitarie frammentate e a volte divergenti: l’iniziativa privata affronta ogni giorno le sfide della globalizzazione e dell’innovazione tecnologica, mentre l’azione pubblica fa i conti con carenza di risorse e crescenti difficoltà burocratiche.
In questo scenario appare fondamentale l’azione del “terzo settore”, vale a dire del mondo “non -profit”, che sempre più spesso affianca l’azione dello Stato nel supportare la comunità in numerosi settori, dal istruzione all’ambiente, dalla sanità alla cultura.
E’ un settore in crescita e per questo le associazioni prendono sempre più campo: fondazioni di origine bancaria, associazioni per la salvaguardia dell’ambiente delle tradizioni culturali, enti legati a grandi e piccole aziende, sono sempre più spesso attori fondamentali dell’azione sociale, catalizzatori di interventi pubblici e finanziatori di iniziative di redistribuzione.
Il terzo settore, espressione generica per definire il mondo del “non -profit” e del privato sociale, quello che non è quindi riconducibile né allo Stato, né al mercato, oggi è una risorsa fondamentale. Lo è sia per il sostegno che sa garantire al settore pubblico, nel campo della cultura, dell’istruzione, della ricerca, della sanità, che ha visto negli ultimi anni diminuire notevolmente le risorse a disposizione, sia per far fronte ai grandi cambiamenti sociali ed economici che hanno investito la società, facendo sorgere domande e istanze nuove. Temi quali la sostenibilità ambientale e l’innovazione sociale sono esempi significativi delle sfide che si aprono di fronte a noi e che vedono il terzo settore attore sempre più strategico.
In un periodo storico caratterizzato dalla crisi dei corpi intermedi e dalla necessità di ricollegare la politica e le organizzazioni del territorio ai cittadini, gli enti filantropici operano per aggregare e organizzare la società civile e migliorare la qualità della vita delle nostre comunità. Si tratta di un’azione, dunque, non solo, e non tanto, riparatoria o di restituzione, ma che investe energie, competenze e risorse economiche in tanti campi: dalla difesa della dignità della persona alla promozione dei diritti, dalla gestione e innovazione dei servizi di “welfare” alla cooperazione internazionale, dalla tutela dei beni comuni, quali l’ambiente, le risorse energetiche, il patrimonio culturale, alla promozione dell’istruzione e della ricerca. E’ proprio questo aspetto che ci preme sottolineare: l’importanza dell’aggregazione, dello stare insieme e del valore delle persone, della condivisione dei propri ideali. E’ un terreno fertile su cui potranno crescere nuovi esempi di imprese ad impatto sociale.
L’innovazione è una leva essenziale in qualsiasi settore. Innovare significa non solo rispondere in maniera inedita, ma anche saper cogliere le sfide che la società ci pone di fronte, per promuovere uno sviluppo sostenibile ed inclusivo. È quindi facile capire che, per andare avanti, anche il mondo del “non- profit” debba impegnarsi su questo terreno.